Sabrina

Mi sento peruviana quando:

  1. Uso molto i diminutivi, ad esempio: “amiguito… ese carrito… parece nuevesito…”
  2. Mi fa strano vedere un piatto senza riso. Perché? Perché mangio tutto con il riso.
  3. Nello stesso piatto combino più cibi: pasta e riso, pasta e patate, pasta e carne.
  4. Ascolto e ballo il huayno, una nostra musica tradizionale.
  5. Chiamo l’avocado palta e le mie amiche sudamericane non mi capiscono.
  6. Faccio colazioni salate: panini con il pollo, con l’avocado, con il formaggio.
  7. Mia madre mi obbliga a parlare con parenti, la maggior parte dei quali nemmeno ricordo.
  8. Per ogni partita importante metto la bandiera peruviana fuori di casa.
  9. Ho sempre voglia di ballare la salsa, la bachata e il merengue.
  10. Quando saluto con un bacio, sì con uno solo.
  11. Quando mi guardo allo specchio e mi sento orgogliosa di essere peruviana.
„Lomo saltado“: piatto tipico peruviano con riso e patatine.

Mi sento italiana quando:

  1. Gesticolo.
  2. Odio con tutto il cuore la pizza con l’ananas.
  3. Non bevo mai il cappuccino dopo le 11.
  4. Almeno due volte al giorno dico “cazzo”.
  5. Inizio a discutere con chi mi dice che l’estathè al limone è più buono di quello alla pesca.
  6. Non riesco a dire “è la tipica ragazza italiana che a volte può sembrarti strana” senza iniziare a cantare.
  7. Mi sento italiana, o meglio, genovese quando: dico “belin” per dire “minchia”.
  8. Mangio la focaccia a colazione, per merenda, prima di cenare.
  9. Preparo il pesto e la salsa di noci.
  10. Quando dico: “sciûsciâ e sciorbî no se pêu” e nessuno mi capisce.
  11. Quando mi guardo allo specchio e mi sento orgogliosa di essere italiana.
Tagliatelle con pesto genovese.

Sabrina si presenta:

„Sono nata e cresciuta a Genova. In casa parlo / ho sempre parlato sia italiano che spagnolo. Mio padre è italiano, mia madre peruviana. Essere italiani per me significa essere il ritratto di un paesaggio naturale, uno di quelli mozzafiato che con la sua semplicità ti fa innamorare. Non a tutti può piacere, anzi molti lo possono anche criticare trovandone difetti, ma è proprio quello il bello del paesaggio, non un qualcosa di perfetto, ma un qualcosa di vero e indimenticabile nonostante tutto.

Essere peruviani per me significa essere la melodia di una canzone. Non una canzone qualsiasi ma una di quelle allegre che ti fanno venire voglia di ballare, che ti fanno venire la pelle d’oca perché ti fanno viaggiare con la mente e ti ricordano momenti belli e spensierati dell’infanzia.“

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italblog

Lektorin für Italienisch an der HHU / Romanistik

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